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Percorsinellignoto

Vesuvio


"Il Vesuvio và a fuoco, i Demoni l'attizzano per l'Anima di qualche Uomo dovizioso, e ricco, che sta di passaggio da questa vita, ed essi di momento in momento l'attendono" San Pier Damiani


L'etimologia è tuttora misteriosa, ma probabilmente indoeuropea dalla radice aues "chiarore" o eus "ardere". I latini lo chiamavano Vesuvius e lo ritenevano una sorta di Monte Olimpo, appannaggio degli dei e associato in particolare alla figura di Giove (Zeus per i greci) da cui il nome Iuppiter Vesuvius. Si credeva inoltre che vi fosse anche una stretto legame con la figura mitologica di Ercole, figlio di Zeus e leggendario fondatore di Ercolano. Nell'antichità classica il Vesuvio era noto per la vegetazione lussureggiante e per la straorinaria fertilità dei terreni alle sue pendici. Fino alla catastrofica eruzione del 79 d.C. non se ne immaginò l'immane pericolosità, dato che era un vulcano inattivo probabilmente da svariati secoli. Come è noto questa eruzione, magistralmente narrata nelle memorie di Plinio il Giovane, distrusse completamente Pompei, Ercolano,Oplonti e Stabia che furono letteralmente sepolte dal materiale piroplastico eruttato. Dopo lo spaventoso evento e, conseguentemente alla diffusione del cristianesimo, si credette che ogni fenomeno eruttivo fosse un preciso segnale di collera divina! La distruzione delle antiche città romane, associate per la loro condotta immorale alle bibliche Sodoma e Gomorra, venne interpretata dal teologo e apologeta latino Tertulliano come una punizione divina contro il paganesimo. Definì inoltre nei suoi scritti il vulcano come "fumarola infernale". Il Vesuvio durante il Medioevo fu addirittura identificato come la bocca dell'Inferno e le colate laviche intese come lingue di fuoco infernale. Il cardinale e teologo San Pier Damiani vedeva nelle eruzioni del vulcano vesuviano il segno inequivocabile dell'imminente morte di un grande peccatore! Queste interpretazioni, ovviamente, vennero abbandonate nei secoli successivi, ma il Vesuvio continuò, con la sua spaventosa forza e l'immensa e solitaria mole, a suggestionare il popolo napoletano dando origine a numerose leggende e superstizioni.


In copertina miniatura medievale raffigurante la bocca dell'Inferno (XV secolo)

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