"Hostes in acie Fratres in pace sepulcri Una Quiescunt"
L'ossario, collocato all'interno della cappella gentilizia dei conti Tracagni, custodisce 1274 teschi e 2619 ossa indistintamente appartenute ai soldati caduti durante la cruenta battaglia di San Martino, parte del più ampio scontro campale comprendente la battaglia di Solferino. I violentissimi combattimenti che videro da una parte le truppe francesi al comando dell'imperatore Napoleone III a sostegno dell'Armata sarda guidata da re Vittorio Emanuele II di Savoia, e dall'altra l'Imperiale e Regio esercito austriaco sotto gli ordini dell'imperatore Francesco Giuseppe, si svolsero il 24 giugno del 1859. Evento cruciale del nostro Risorgimento, la vittoria degli eserciti francese e sardo piemontese su quello austriaco fu determinante per l'esito della Seconda Guerra d'Indipendenza, che vide la definitiva disfatta dell'Austria, costretta alla cessione della Lombardia, tranne Mantova, al Regno di Sardegna, ponendo di fatto le basi per la futura riunificazione di tutta l'Italia sotto la corona dei Savoia. La battaglia fu tra le più sanguinose del XIX secolo e si risolse in un'autentica carneficina. I campi interessati dai combattimenti furono completamente ricoperti dai corpi dei cadaveri e dei feriti e bagnati ovunque dal loro sangue. I soldati furono falciati a migliaia dal fuoco nemico e dal tiro incessante delle artiglierie. Al termine delle ostilità i morti vennero frettolosamente sepolti un po’ ovunque, spesso in modo improvvisato, tanto da riaffiorare dal terreno già nei giorni successivi. Nonostante il grande sforzo degli ufficiali sanitari e l'accorrere di moltissimi volontari l'assistenza ai feriti fu del tutto insufficiente, poiché risultò impossibile soccorrerne un numero così elevato. Molti di essi morirono conseguentemente alle gravi ferite riportate, senza alcuna possibilità di essere curati. Uno scenario spaventoso testimoniato nelle sue memorie dall'imprenditore, umanista e filantropo svizzero Henry Dunant che, sconvolto da tanto orrore, fondò nel 1863 la Croce Rossa, organizzazione umanitaria finalizzata al soccorso dei feriti in battaglia indipendentemente dalla nazionalità di appartenenza.
"Il sole del 25 illuminò uno degli spettacoli più spaventevoli che si possano presentare all'immaginazione. Il campo di battaglia è in ogni parte coperto di cadaveri d'uomini e di cavalli; le strade, i fossati, gli avallamenti, le macchie, i prati sono cosparsi di corpi morti, e gli accessi di Solferino ne sono letteralmente coperti."
Henry Dunant (Un ricordo di Solferino)
L'ossario venne inaugurato il 24 giugno 1870, fortemente voluto dalla Società di San Martino e Solferino per dare una definitiva e dignitosa collocazione almeno ad una parte dei resti di migliaia di giovani vite spezzate. La visione è impressionante. I teschi ricoprono completamente la parete dell'abside, mentre le ossa di migliaia di caduti sono ordinatamente raggruppate nella cripta sottostante, ad eterno monito degli orrori della guerra. Nel viale alberato che conduce alla cappella sono posizionati alcuni cippi commemorativi dei reggimenti che presero parte ai combattimenti e diverse lapidi alla memoria dei soldati caduti. Nelle immediate vicinanze della cappella ossario svetta la torre monumentale alla memoria della battaglia e l'attiguo museo del Risorgimento.
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