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Percorsinellignoto

La leggenda diabolica della bella Dama degli Specchi, Lucca


“La dissolutezza la decorava di una bellezza infernale”

Gustave Flaubert


E’ la notte del 14 agosto del 1649. Lucca è avvolta dalle tenebre, le strette vie del centro storico sono completamente deserte, eppure, una giovane e bellissima nobildonna percorre affannosamente le scale della Torre dell’Orologio nella folle speranza di spezzare per sempre un patto scellerato. Il suo disperato intento è di salire a fermare le lancette che a breve segneranno lo scoccare della mezzanotte. Chi è questa donna misteriosa e da chi cerca in ogni modo di sfuggire? Il suo nome è Lucida Mansi, rimasta vedova giovanissima, è successivamente andata in sposa ad un uomo ricco e potente ma molto più anziano di lei. Per sfuggire alla noia di una vita agiata ma priva di emozioni, si è a poco a poco abbandonata ad uno smodato libertinaggio, tra lusso sfrenato e innumerevoli avventure con giovani amanti. Donna di incomparabile vanità, Lucida ha addirittura preteso e ottenuto di far ricoprire di specchi le pareti della propria stanza privata nella lussuosa Villa Mansi, così da poter ammirare in ogni occasione il proprio splendido viso. Spregiudicata e malvagia, dopo ogni notte di passione non esita a uccidere i propri amanti gettandoli in una botola che si apre ad un lungo cunicolo rivestito di lame acuminate. Un giorno però Lucida vede comparire sul proprio volto una ruga, segno inesorabile che la sua bellezza inizia ormai a sfiorire. La donna, colta dal panico, sprofonda nella più cupa disperazione ma, ad un tratto, le appare un giovane di splendido aspetto che le promette trent’anni di giovinezza in cambio della sua anima. La sciagurata accetta sconsideratamente il patto, inconsapevole di avere in realtà di fronte il diavolo in persona. La donna vede la propria bellezza mantenersi intatta mentre gli altri invecchiano e così i tre decenni successivi trascorrono tra ogni sorta di dissolutezza e depravazione, fino alla notte in cui inevitabilmente il diavolo le si presenta per riscuotere ciò che era stato pattuito. Colta dal terrore Lucida tenta una fuga disperata verso la Torre dell’Orologio illudendosi che fermando le lancette del tempo avrebbe annullato il proprio debito verso il maligno. Ma il diavolo riesce a raggiungerla e a trascinarla con sé dentro una carrozza infuocata. Inizia una folle corsa oltre le mura di Lucca fino a gettarsi nelle acque del laghetto dell’Orto botanico, che un tempo fu luogo di sepoltura degli appestati, per raggiungere in tal modo l’abisso infernale. Leggenda vuole che tutt’oggi, immergendo il capo, è possibile scorgere sul fondo dello specchio d’acqua il bellissimo volto addormentato di Lucida Mansi. Un’altra leggenda vorrebbe che nelle notti di luna piena si possa vedere la corsa forsennata della carrozza del diavolo sulle mura di Lucca e sentire le grida disperate della sventurata. La misteriosa figura della sanguinaria Dama degli Specchi pare ispirarsi a Lucida Samminiati nata nel 1606 e andata in sposa giovanissima ad un certo Vincenzo Diversi, il quale però morì poco tempo dopo le nozze ucciso in un duello. La donna si risposò con il nobile lucchese Gaspare di Nicolao Mansi di molto più anziano lei, ma molto ricco e potente. Il loro fu un matrimonio molto chiacchierato anche perché pare che Lucida, oltre a pretendere una vita sfarzosa, non disdegnasse la compagnia di giovani uomini. La donna morì falciata dalla peste nel febbraio del 1649 e fu sepolta nella cripta della chiesa dei Cappuccini a Lucca.


In copertina "Mariana nel Sud", di John William Waterhouse, 1897




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