Un caso di morto redivivo nella Siena del XV secolo
- Percorsinellignoto
- 7 apr 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 22 nov 2020
"I limiti che dividono la Vita dalla Morte sono, nella migliore delle ipotesi vaghi e confusi. Chi può dire dove finisca l'una e cominci l'altra?" Edgar Allan Poe (La sepoltura prematura)
"Nella città di Siena il marito di una giovane morì e fu sepolto. Costui, qualche giorno dopo, apparve alla moglie mentre era sola in camera: l'uomo aveva un aspetto bellissimo molto più di quando era vivo. La giovane, per sincerarsi se fosse lui in carne ed ossa, gli parlò, lo abbracciò, lo baciò; e alla fine, convinta, stava tutto il giorno in camera con suo marito. Non sembrava più tanto triste com'era apparsa dal momento della morte del coniuge; la suocera se ne stupì, e spiando da un pertugio la vide insieme al marito. Rimase allibita e subito mandò a chiamare un frate predicatore di grande esperienza, e gli comunicò tutto quel che era successo. Il frate portò sotto la cappa il Corpo del Signore, e subito il diavolo, che era entrato nel corpo del marito morto, e faceva si che apparisse come vivo, uscì; e rimase il cadavere, improvvisamente fetido e pullulante di vermi. Senza spargere la voce, fecero ispezionare il sepolcro, che risultò vuoto; e allora ve lo riseppellirono di nascosto". Johannes Herolt (Promptuarium exemplorum)
L'autore di questa impressionante cronaca di un presunto caso di morto redivivo, era un illustre teologo e predicatore domenicano conosciuto anche con lo pseudonimo di Discipulus. L'ecclesiastico fu priore del convento domenicano di Norimberga e vicario generale del monastero di Santa Caterina sempre a Norimberga, città dove morì nel 1468. Lo sconcertante resoconto è ovviamente condizionato dal contesto culturale dell'epoca. A partire dal Medioevo fino addirittura agli albori del XVIII secolo era infatti diffusa la convinzione, frutto di un retaggio pagano soprattutto di radice nordico germanica, che i "morti inquieti" potessero in qualche modo risorgere dall'oltretomba per tormentare ed insidiare i vivi. I suicidi, gli assassini, i morti per causa violenta o improvvisa, i sospettati di stregoneria o possessione demoniaca e in generale tutti coloro che non avevano ricevuto un corretto rituale funebre erano i principali indiziati di un possibile ritorno dalla tomba, non solo come spiriti malvagi e senza pace, ma a volte addirittura in forma corporea. A riprova di questa angosciante superstizione sono le numerose sepolture anomale, diffuse soprattutto nelle regioni germaniche e slave ma un po' in tutta Europa compresa l'Italia, riscontrate in diversi siti archeologici che hanno riportato alla luce antichi cimiteri di epoca medievale. Le sepolture anomale risultano ai margini dei cimiteri o esterne ad essi, e presentano pratiche che vanno dall'inumazione a faccia in giù, all'introduzione di grosse pietre in bocca fino alle mutilazioni, ritenute necessarie per scongiurare il ritorno in vita del defunto. Molto spesso il terrore dei morti redivivi i "revenants" era legato al diffondersi di spaventose epidemie, prime fra tutte le pestilenze, che nei secoli scorsi falciarono in modo ricorrente le popolazioni europee. I primi a morire per morbi sconosciuti e incurabili erano visti con grande sospetto. La moria dei loro familiari scatenava il panico nelle piccole comunità rurali che la interpretavano come una sorta di "maledizione dalla tomba". Si credeva che i morti portassero la morte, e che la loro ombra nefasta sottrasse energia vitale ai vivi. Soprattutto in epoca medievale l'idea del possibile risorgere dei morti dalle tombe per perseguitare i vivi era accettata anche dalle persone altolocate e dagli ambienti ecclesiastici. Nella teologia cristiana è nettissima la distinzione tra il corpo, inevitabilmente destinato al disfacimento causato dalla morte, e l'anima, che è ritenuta immortale. Il Cristianesimo difatti insegnava che solo nel giorno del Giudizio Universale i corpi sarebbero risorti per ricongiungersi con le proprie anime al cospetto del Signore. Perciò i revenants non erano che cadaveri tornati in vita perché posseduti da forze demoniache. I redivivi erano pertanto palesi manifestazioni del potere del Maligno di impossessarsi dei corpi. Queste superstizioni contribuirono senz'altro ad originare le lugubri leggende sui vampiri che, come noto, furono diffusissime nell'Europa centro orientale ed in particolar modo nell'area balcanica fino al sorgere dell'Illuminismo e addirittura oltre.
In copertina miniatura del XV secolo raffigurante un dettaglio di Danza Macabra
Comments