"Aveva gli occhi terrificanti di una sfinge, così grandi, così grandi che dentro di essi mi sono perso e non riesco a trovare la via d'uscita". Alfred de Musset
Cristina Trivulzio di Belgioioso nacque nel lontano 1808 a Milano da una ricca e nobile famiglia dell'aristocrazia milanese. Sposò a soli sedici anni l'affascinante e libertino principe Emilio di Belgioioso dal quale si separò però molto presto ma rimanendone legata da profonda amicizia. Cristina fu una donna molto colta, forte e volitiva. Questo carattere indipendente la portò a viaggiare moltissimo ed instillò in lei idee nuove e rivoluzionarie. Fu editrice, giornalista, scrittrice e soprattutto, in quanto fervente patriota, protagonista del nostro Risorgimento. Le furono attribuiti numerosi amanti tra letterati e musicisti dell'epoca. Forse proprio la sua personalità indomita ed il suo fascino misterioso hanno fatto nascere sul suo conto lugubri leggende popolari. Ormai in età matura pare che Cristina ebbe una relazione amorosa con il fidato collaboratore Gaetano Stelzi. Gaetano era un giovane estremamente colto ed al contempo di bell'aspetto, già precettore di Maria, amatissima ed unica figlia della nobildonna milanese. Aveva quindici anni in meno di Cristina ma, purtroppo, aveva una salute precaria poiché minata dalla tisi. L'uomo infatti morì prematuramente di tubercolosi nei giorni dell'insurrezione milanese del 1848 contro gli austriaci. Cristina, sconvolta dal dolore, non si rassegnò alla perdita dell'amato. Pur di tenerlo con sé fece mettere un tronco d'albero nella bara al posto del cadavere. Il corpo dello sventurato venne quindi imbalsamato, vestito elegantemente e chiuso in una stanza attigua alla camera da letto di Cristina nel castello di famiglia a Locate. Girarono molto presto voci di pratiche occulte nelle mura del castello e di presunte apparizioni dello spettro di Gaetano. Durante l'assenza della nobildonna, esule in seguito al fallimento dei moti insurrezionali contro il dominio austriaco, il maniero venne perquisito e, una volta scoperto, il cadavere di Gaetano venne finalmente sepolto nel locale cimitero. Cristina Trivulzio morì nel 1871 dopo una vita avventurosa e numerosi viaggi tra oriente e occidente. La nobildonna venne deposta nel monumentale sarcofago tuttora presente nel cimitero di Locate. Le voci della presenza di spettri in paese ripresero comunque forza. Mezzo secolo dopo la morte di Cristina la tomba venne aperta e trovata sorprendentemente vuota! In base alle confidenze del guardiano del cimitero, il corpo della donna fu poi ritrovato in un'anonima sepoltura vicina a quella dell'amatissimo Gaetano. Leggenda vuole che, una volta scoperchiata la bara, il cadavere di Cristina, ancora incredibilmente intatto, si polverizzò letteralmente alla luce del giorno come quello di un vampiro!...
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