"La chiave delle interpretazioni sarà scoperta quando sarà giunto il momento di dissipare l'ignoranza". Nostradamus
Eretta su un alto promontorio roccioso, la fortezza domina con la sua imponenza la sponda meridionale del Lago Maggiore, offrendo ai visitatori una vista mozzafiato. Collocandosi in una posizione di rilevante importanza strategica, tanto dal punto di vista militare, quanto di controllo delle rotte commerciali del territorio varesino e verbano, ha rappresentato per secoli uno dei simboli del dominio delle famiglie Visconti e Borromeo sul Ducato di Milano. La sua origine è remota, venne infatti costruita sulle rovine di un’antichissima fortificazione di epoca romana parzialmente riedificata dai longobardi sul finire del VI secolo. Fu successivamente ampliata e fortificata nelle forme attuali tra i secoli XIII e XI inizialmente dai vescovi di Milano; poi dai Visconti, seguiti successivamente dai Borromeo. Ne risulta formata da diverse costruzioni disposte intorno ad un ampio cortile. La roccaforte è stata al centro delle lotte che contrapponevano le famiglie Visconti e Della Torre, o Torriani, per il controllo di Milano. Con la definitiva sconfitta dei Torriani nella battaglia di Desio del 1277, l’arcivescovo Ottone Visconti divenne signore incontrastato del capoluogo lombardo. In seguito, per volere di Matteo Visconti, la roccaforte di Angera, da lui definitivamente acquisita nel 1314, fu ulteriormente rafforzata. All’antica torre castellana si aggiunse così una nuova ala sviluppata verso meridione denominata “viscontea”. Verso la metà del XIV secolo ci fu un ulteriore ampliamento per volontà dell’arcivescovo Giovanni Visconti. Successivamente, sul finire del medesimo secolo, il dispotico Bernabò Visconti dispose la costruzione dell’ala settentrionale denominata “scaligera” in onore della consorte Beatrice della Scala. Nel 1449 la Repubblica Ambrosiana concesse la Rocca a Vitaliano Borromeo che ne dispose l’ampliamento verso il lago. Tale privilegio fu successivamente confermato dagli Sforza e di conseguenza la famiglia Borromeo rimase proprietaria della roccaforte fino ai giorni nostri. Ai Borromeo si devono le successive ristrutturazioni che hanno interessato il baluardo medievale nei secoli XVI e XVII. Al suo interno è di grandissimo interesse la Sala della Giustizia, situata al secondo piano del corpo meridionale della fortezza. L’ambiente conserva in condizioni ottimali uno sbalorditivo ciclo di affreschi realizzati nel Trecento da un anonimo artista denominato Maestro di Angera. Particolarmente notevoli le rappresentazioni dello Zodiaco ed eccezionali quanto enigmatiche le numerose allegorie medievali. Considerevoli inoltre le trasposizioni di episodi della lotta tra i Visconti e i Torriani molto probabilmente tratti come fonte letteraria dal “Liber de gestis in civitate Mediolani”, opera celebrativa delle gesta di Ottone Visconti redatta dal monaco Stefanardo da Vimercate sul finire del XIII secolo. Gli studiosi hanno ipotizzato una correlazione tra la raffigurazione della vittoria viscontea ed il ciclo pittorico a tematica astrologica ed astronomica. L’accostamento risulterebbe come una celebrazione apologetica dell’affermazione dei Visconti in quanto legata all’ineluttabilità del Fato, a sua volta condizionato dall’influsso astrale. Gli affreschi della Sala della Giustizia rappresentano un capolavoro pittorico gotico lombardo nel quale si fondono motivi romanici e bizantini. Sulla via che conduce alla Rocca è presente una grotta abitata in era preistorica. In epoca romana venne consacrata al culto di Mitra, divinità solare di origine orientale. Presumibilmente tale culto venne qui praticato dal I al V secolo.
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