“Il tempio è sacro perché non è in vendita”
Ezra Pound (Canto XCVII)
Meglio conosciuta come San Tomè (in bergamasco), è una chiesa a pianta circolare in stile romanico. Si colloca in prossimità della riva destra del fiume Brembo, in aperta campagna, poco distante dal centro abitato, in un luogo la cui sacralità ancestrale affonda le radici nella spiritualità celtica. Secondo tradizione sorgerebbe sulle fondamenta di un tempio pagano di epoca romana probabilmente dedicato al culto del dio Silvano, divinità agreste protettrice dei boschi e delle greggi, in un territorio dove era inoltre presente una necropoli riconducibile al medesimo periodo. La datazione è tutt’oggi incerta, collocabile tra il IX ed il XII secolo. Pare infatti che già nel IX secolo sorgesse in questo luogo una primitiva chiesa circolare consacrata a San Tommaso, eretta vicino ai resti di un antico ponte longobardo (Ponte della Regina) che la leggenda popolare vorrebbe edificato per volontà di Teodolinda, regina di questo fiero popolo germanico. Nel 1150 circa la chiesa venne certamente ricostruita per volere del vescovo di Bergamo. I lavori si protrassero fino al 1180, periodo in cui venne edificato un monastero femminile attiguo all’edificio ecclesiastico. Nei secoli successivi le vicende della Rotonda furono strettamente legate al monastero che, sul finire del XIV secolo, andò profondamente in crisi a causa di numerosi scandali morali e finanziari tanto da essere soppresso nel 1407. La Rotonda e tutti i relativi beni vennero confiscati dall’autorità vescovile che la assegnò ad un mezzadro. La chiesa e il monastero vennero così adibiti ad uso agricolo. Ulteriore causa di decadenza e abbandono della Rotonda fu la cruenta lotta tra le fazioni guelfe e ghibelline che si contendevano il territorio di Lémine (l’antico nome di Almenno). Conflitto che terminò nel 1443 con la distruzione della Lémine Inferiore (ghibellina) da parte delle truppe guelfe che controllavano la borgata di Lémine Superiore. Nel XVI secolo la Rotonda fu affidata alla custodia di vari eremiti e nel 1536 venduta alla parrocchia di Almenno San Salvatore, ma fortemente contesa dalla parrocchia rivale di San Bartolomeo che ne otterrà l’affidamento definitivo solo nel 1906. Costruito quasi interamente in roccia calcarea bianco rosata di provenienza locale, San Tomè rappresenta indubbiamente un gioiello di architettura romanica lombarda la cui particolarissima pianta circolare, estremamente rara nel periodo in cui venne costruita, potrebbe ispirarsi alla Rotonda dell’Anastasi nella Basilica del Santo Sepolcro di Cristo a Gerusalemme. Nel concreto la struttura segue precisi canoni di geometria sacra, secondo i quali l’edificio religioso è strutturato e orientato in modo da interagire con determinati fenomeni astronomici. La circolarità nel cristianesimo è inoltre simbolo della perfezione del creato. Esternamente l’edificio appare massiccio, composto da due tamburi sovrapposti sovrastati da una lanterna. L’interno è formato da un vano cilindrico centrale che in alto termina con una cupola. E’ circondato da un deambulatorio a due piani, diviso sia nella parte inferiore che superiore, da colonne disposte a raggiera che reggono archi a tutto sesto, coperto da volte a crociera. La loggia, alla quale si accede tramite due scalette ricavate nello spessore della muratura, serviva con molta probabilità da matroneo. L’interno, illuminato da una lieve luce filtrante, risulta particolarmente suggestivo contribuendo al misticismo di questo luogo fuori dal tempo. In particolare, durante gli equinozi, un raggio di sole attraversando la rotonda illumina il tabernacolo creando un effetto di grande fascino.
Nella prima immagine lunetta del portale secondario detto “Porta del Convento”, così chiamato perché si affaccia verso l’antico monastero femminile. Il bassorilievo raffigura un uomo armato di lancia affiancato da un Nodo di Salomone e da una palma. L’insieme risulta decisamente misterioso ed è difficile darne un’interpretazione esaustiva. La simbologia sembrerebbe riconducibile agli ordini monastici gerosolimitani presenti in Terra Santa o, secondo una tesi però non sufficientemente supportata dai fatti, ai Cavalieri Templari. Il Nodo di Salomone, molto diffuso nei bassorilievi medievali, rappresenta la ciclicità del divenire ed il legame inscindibile tra l’uomo ed il Creatore. La palma, interpretabile anche come raffigurazione semplificata dell’Albero della Vita, richiama molto probabilmente la Terra Santa e le vicende della vita di Cristo
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