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Percorsinellignoto

Parma nel Duecento, l'Inquisizione e il rogo degli eretici


"In su le man commesse mi protesi, guardando il foco e immaginando forte umani corpi già veduti accesi"

Dante Alighieri (Purgatorio XXVII 16-18)

Elina de' Fredolfi nacque a Parma, verso la metà del XIII secolo. Le scarne notizie sul suo conto sono reperibili unicamente nella "Cronica" di fra' Salimbene da Parma, celebre storico appartenente all'ordine francescano, vissuto anch'egli nel Duecento. Non è chiaro nemmeno se fosse di umili origini o appartenente ad una famiglia nobile. La donna venne accusata di eresia per aver abbracciato la fede catara. Come è noto il movimento ereticale dei catari ebbe ampia diffusione nell'Italia centro settentrionale in particolar modo fra gli strati più umili della società. I suoi adepti predicavano infatti un credo pauperistico che imponeva uno stile di vita votato ai principi di umiltà e carità propri del cristianesimo delle origini, in netto contrasto quindi con le autorità ecclesiastiche. Elina venne tratta in arresto e condotta di fronte al tribunale della Santa Inquisizione presieduto da Florio da Vicenza, inflessibile inquisitore della Lombardia (da cui Parma dipendeva). Costretta all'abiura, probabilmente a seguito di torture, la donna fu rilasciata. Una volta libera riprese con forza la sua attività di proselitismo. Nuovamente arrestata per lei non ci fu più scampo. Condannata a morte insieme ad una sua seguace, una certa Tedesca, venne insieme a lei arsa sul rogo in piazza Ghiaia, luogo preposto per le esecuzioni capitali. Correva l'anno 1279, la morte delle due sventurate causò una vera e propria sommossa popolare. Il convento dei domenicani fu preso d'assalto e uno di essi venne addirittura ucciso. A seguito di questi tumulti Parma venne interdetta e subì la scomunica per diversi anni. Il 18 luglio del 1300 nella città emiliana muore sul rogo Gherardo Segarelli. Nato probabilmente nella prima metà del Duecento, cercò invano di essere accolto nell'ordine dei frati minori di Parma. Fondò quindi un proprio gruppo religioso denominato "apostoli", votato alla povertà e alla penitenza, concetti riassunti nel celebre motto "Penitenziagite". La dottrina degli apostoli si diffuse molto rapidamente, al punto di concorrere con la predicazione degli ordini minori ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa. Nel frattempo però i pontefici, da Onorio IV nel 1286 a Bonifacio VIII nel 1296, promulgarono una serie di normative che impedivano il proliferare di gruppi religiosi non ecclesiastici. Gli apostoli subirono pertanto, a partire dal 1286, una lunga serie di inchieste e carcerazioni che culminarono in un primo arresto di Segarelli. Nel 1294 ci furono le prime condanne al rogo di due suoi confratelli. La morsa dell'inquisizione si stava sempre più serrando intorno al predicatore. Tratto nuovamente in arresto e sottoposto a tortura, venne condannato a morte per eresia a seguito dell'inchiesta condotta dall'inquisitore Manfredo da Parma. La dottrina di Gherardo Segarelli verrà abbracciata da fra' Dolcino da Novara che ne rilanciò con forza l'eredità spirituale. Sullo sfondo di queste drammatiche vicende si elevava imponente ed austero il Duomo. Realizzato a partire dal XII secolo, proprio verso la fine del Duecento raggiunse il massimo splendore, divenendo un capolavoro di architettura romanica lombarda.


In copertina "La fuga di un eretico" di John Everett Millais, 1857

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