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Percorsinellignoto

Palazzo Ducale e il fantasma di Agnese Visconti, Mantova


"Le leggi invoca e, de' privati affetti nel sen straziato soffocando il grido, vuol che giustizia imparzial pronunci".

Girolamo Fiorio (Agnese Visconti)


Realizzato a partire dal XIII secolo per volontà dei Bonacolsi, antichi signori di Mantova, Palazzo Ducale si presenta come una piccola cittadella a sé stante, un'immensa reggia che, con l'avvento dei Gonzaga, ospitò una tra le corti più fastose e ammirate d'Europa. Il complesso comprende il Palazzo del Capitano, la Domus Magna, realizzati sul finire del XIII secolo, il Castello di San Giorgio e la Basilica palatina di Santa Barbara realizzati nel XIV e XVI secolo. La reggia di Mantova fu però anche lo scenario della tragica fine della sventurata Agnese Visconti. Pare che tra gli immensi e sfarzosi saloni del Palazzo aleggi tutt'ora lo spettro inquieto della giovane nobildonna. Agnese nacque a Milano nel 1363, figlia del potente e temuto Bernabò Visconti, signore di Milano, e di Beatrice della Scala. Nel 1375 venne promessa in sposa a Francesco I Gonzaga, erede della signoria di Mantova, per rafforzare l'intesa tra le due famiglie. Nello stesso anno vennero celebrate le sfarzosissime nozze, ma fu solo nel 1380 che Agnese, ancora adolescente come del resto il giovanissimo sposo, si trasferì definitivamente alla corte dei Gonzaga. Fu un matrimonio infelice e tormentato. Agnese era una donna colta ed emancipata e mal sopportava il ruolo di sposa sottomessa. Inoltre i figli tardavano ad arrivare, alimentando i sospetti di una sua possibile sterilità. Nacque finalmente un'unica figlia, Alda, ma la bambina non era utile al fine del proseguimento del casato. I rapporti tra Agnese e Francesco precipitarono dopo la caduta in disgrazia, e la successiva morte in prigionia, di Barnabò, a seguito delle trame del nipote Gian Galeazzo Visconti. Francesco infatti non esitò a sostenere con forza il cambio di poteri a Milano, cosa che la moglie non gli perdonò mai. L'esito del matrimonio ebbe contorni tragici poiché il Gonzaga era ormai deciso a sbarazzarsi della riottosa consorte. Agnese venne accusata di aver consumato adulterio con Antonio da Scandiano, nobile cavaliere al servizio della corte mantovana. Dopo un processo iniquo, dove i testimoni dell'ipotetico adulterio furono sicuramente minacciati o addirittura torturati, i due presunti amanti vennero condannati a morte. A nulla valse il suggerimento dei consiglieri di corte di rinchiudere Agnese in un convento ed esiliare il suo amante. Francesco era deciso a soddisfare la propria sete di vendetta. Alle prime luci dell’alba del 7 febbraio del 1391, in gran segreto, Agnese, poco più che ventenne, fu decapitata mentre Antonio subì l’infamante condanna all’impiccagione, eseguita nella cella nella quale era stato imprigionato. I due sventurati vennero quindi anonimamente sepolti insieme in terra non consacrata, nell'attuale Piazza Pallone che è uno dei cortili di Palazzo Ducale. Una targa è qui posta alla memoria del drammatico destino di Agnese. L’odio di Francesco nei confronti della defunta consorte non si placò con la sua esecuzione. La nobildonna fu colpita da una vera e propria damnatio memoriae, al punto che il Capitano del Popolo diede ordine di cancellare da Mantova tutti gli stemmi dei Gonzaga inquartati con il biscione emblema dei Visconti. Due anni dopo sposerà Margherita Malatesta, suggellando l’alleanza con la signoria di Rimini ed il definitivo distacco dalla coalizione con Milano. Secondo leggenda il fantasma tormentato di Agnese Visconti continua a vagare nel Palazzo Ducale nel disperato tentativo di rimanere aggrappato a quella vita così brutalmente spezzata.



In copertina "La sonnambula", di John Everett Millais, 1871 Abbiamo scelto questo intenso ritratto di donna per dare un volto allo spettro dell'infelice Agnese Visconti.


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