Monumento funebre di Ilaria del Carretto, Cattedrale di San Martino, Lucca
- Percorsinellignoto
- 7 apr 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 10 mag 2020

"Cos'è il sonno se non l'immagine della gelida morte?" Publio Ovidio Nasone
Stupendo sarcofago marmoreo realizzato, tra il 1406 ed il 1408, dallo scultore senese Jacopo della Quercia. Si trova in un locale adiacente la sacrestia, ritrae Ilaria del Carretto, giovane moglie di Paolo Guinigi signore di Lucca, morta prematuramente di parto l'8 dicembre del 1405 a soli ventisei anni. Riccamente abbigliata, la donna è teneramente raffigurata nel suo sonno eterno adagiata su di un basamento, sontuosamente ornato di putti che sorreggono un elegante festone. La scelta stilistica di porre l'immagine della defunta su di un catafalco isolato ne permette la visione su tutti e quattro i lati e si ispira ad una tipologia europea associata alle sepolture regali e principesche. Il cagnolino posto ai suoi piedi simboleggia la fedeltà coniugale, ma è anche una presenza viva e affettuosa, come se l'artista non avesse avuto il coraggio di lasciare la bella dormiente totalmente sola nell'eternità della morte. L'opera è di ispirazione tardo gotica, riconducibile ad uno stile francese, mentre i putti reggi festone sono un evidente richiamo al gusto classico ed in particolare alle decorazioni dei sarcofaghi di epoca romana. Il contrasto tra la dolcezza dei lineamenti, ritratti come se la dama fosse immersa nel sonno, e la condizione di morte, rendono la scultura di Jacopo della Quercia un capolavoro assoluto di arte funeraria quattrocentesca che nei secoli successivi ha ispirato poeti quali Gabriele D'Annunzio, Salvatore Quasimodo e Pier Paolo Pasolini. Originariamente il monumento era posizionato nel transetto meridionale del Duomo ma, a seguito della caduta della signoria di Guinigi avvenuta nel 1430, subì diversi spostamenti fino all'attuale collocazione nel 1887. Il corpo di Ilaria del Carretto in realtà non fu mai deposto all'interno del sarcofago. A seguito di lunghe e laboriose ricerche, gli studiosi hanno infatti identificato i suoi resti all'interno della "cappella Guinigi" nella chiesa del complesso di San Francesco a Lucca. Osservando il volto di Ilaria si noterà come il naso risulti consumato, questo perché, come da tradizione, anticamente le giovani donne usavano baciarlo come buon auspicio per convolare felicemente a nozze.
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