Le streghe di piazza Vetra, Milano
- Percorsinellignoto
- 1 giu 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 15 feb 2020
"I ladri e le fiere che sempre infestano questo luogo non mi preoccupano tanto quanto le streghe che con veleni e incanti agitano gli animi degli uomini." Orazio
Situata alle spalle della Basilica di San Lorenzo, piazza Vetra deve il suo nome ai vetraschi, giovanissimi lavoranti alla conciatura delle pelli che utilizzavano per la loro attività cocci di vetro. Quest'area era attraversata da un lurido canale di scolo dove confluivano, oltre ai liquami, i residui della lavorazione del pellame. Era al centro di un quartiere malfamato, dove abitualmente soggiornavano malfattori, prostitute e fattucchiere. In essa vennero erette una Croce, andata perduta, ed una statua di San Lazzaro, protettore dei sofferenti. La Vetra era anche tristemente deputata alle esecuzioni capitali di eretici e streghe. Milano infatti, tra il XIV ed il XVII secolo, era considerata un autentico covo di seguaci di teorie eretiche e donne dedite alla stregoneria. I processi a loro carico venivano celebrati anticamente in Sant'Eustorgio, successivamente vennero trasferiti a Santa Maria delle Grazie. Le esecuzioni capitali, tramite il rogo, avvenivano principalmente nell'attuale piazza Vetra. L'attività istruttoria della Santa Inquisizione era appannaggio dei frati domenicani, inflessibili interpreti dell'ortodossia ecclesiastica. Compito del potere temporale era viceversa l'applicazione delle condanne. E' quasi superfluo sottolineare come l'utilizzo della tortura era parte integrante dell'istruttoria e quanto fosse semplice per donne sole, emarginate o dall'animo ribelle ed anticonformista, essere calunniate ed accusate di praticare la stregoneria. Accuse infamanti che quasi sempre comportavano la condanna al rogo. Nel XVII secolo si raggiunse probabilmente l'apice delle esecuzioni a seguito di condanna a morte per stregoneria. Va sottolineato come l'Arcivescovo milanese Federico Borromeo, caro al Manzoni, fu in questo periodo storico un rigido persecutore della stregoneria , tanto da scrivere un trattato il "De cognitionibus quas habent daemones" nel quale egli descriveva dettagliatamente le astuzie e i sotterfugi con i quali i demoni adescavano le streghe loro adepte. Bisognerà attendere il XVIII secolo, con l'avvento dell'Illuminismo, per vedere finalmente scemare il fenomeno della caccia alle streghe. Per ciò che concerne Milano nel 1788, su disposizione dell'imperatore d'Austria Giuseppe II, vennero dati alle fiamme gli archivi dell'Inquisizione milanese, ponendo così definitivamente fine a secoli di oscurantismo e persecuzioni.
In copertina "Il Sabba delle streghe" di Luis Ricardo Falero, 1880
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