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Le meraviglie dello Zooforo e la leggenda del Buddha cristiano nel Battistero di Parma

  • Percorsinellignoto
  • 6 gen 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 15 feb 2020


"L'uomo è stato dunque creato in tanta dignità di natura, che non v'è creatura visibile o invisibile, che in lui non si possa ritrovare"

Giovanni Scoto (De divisione naturae)


Edificato a partire dal 1196 e compiuto nel 1260, è quasi interamente realizzato in marmo rosa di Verona. I lavori subirono una brusca interruzione a causa dell'assedio di Parma, da parte delle armate imperiali di Federico II di Svevia, dal 1247 al 1248. Ulteriori rallentamenti al compimento dell'opera furono dovuti al blocco di approvvigionamento del pregiato marmo rosa a causa dei forti contrasti politici con Ezzelino da Romano, signore di Verona e, in quanto ghibellino, fedelissimo di Federico II. La definitiva consacrazione avvenne nel 1270. Di aspetto sorprendentemente slanciato a mo' di torre, è formato da quattro ordini di loggette poggianti sopra le grandi arcate del pianterreno che si aprono, su tre degli otto lati, in sontuosi portali ornati di meravigliosi bassorilievi. Quest'ultimi, come quasi tutto il complesso decorativo scultoreo, sono opera della scuola di Benedetto Antelami. Ne risulta un'opera sbalorditiva per la minuziosità e la raffinatezza che la rendono senza dubbio tra le più significative della scultura romanica, nel periodo storico che vide la transizione tra il Romanico ed il Gotico. Le lunette sopra i portali sono caratterizzate da bassorilievi raffiguranti differenti tematiche che alludono alla redenzione dell'uomo. Nel Portale della Vergine sono presenti l'Adorazione dei Magi ed alcuni episodi evangelici inerenti a San Giovanni Battista; nel Portale del Redentore è rappresentato il Giudizio Universale con Gesù Cristo in trono e, sottostante, la resurrezione dei corpi; nel Portale detto della Vita la particolarissima iconografia è ispirata alla leggenda di Barlaam e Iosafat, rivisitazione in chiave cristiana della vita di Buddha. Difatti i nomi di entrambi sono riconducibili a titoli a lui attribuiti: Barlaam deriva dal termine sanscrito "bhagavan", ossia "il sublime", mentre Iosafat rimanda a "bodhisat", "l'illuminato". Barlaam è un principe indiano che, grazie agli insegnamenti dell'anacoreta Iosafat, abbandona il proprio palazzo e i piaceri terreni per convertirsi al cristianesimo intraprendendo un percorso ascetico. Di tutto l'apparato scultoreo esterno al Battistero, risulta di grande interesse lo Zooforo, sorta di fregio che si sviluppa su tutto il perimetro nella parte inferiore dell'edificio. E' costituito da una sequenza di ben settantanove formelle, sempre realizzate dalla bottega dell'Antelami, raffiguranti creature zoomorfe, reali e fantastiche su ispirazione dei bestiari medievali. L'interpretazione di queste figure chimeriche e ambigue non è sempre molto esaustiva ma, in linea di massima, esse sono da intendersi come allegorie delle passioni umane, dei vizi, ma anche delle virtù, che caratterizzano la natura dell'uomo, nell'eterna conflittualità tra il Bene ed il Male.

 
 
 

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