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Percorsinellignoto

La leggenda della papessa Giovanna


"Petre Pater Patrum Papisse Proditum Parto"


Una donna di origini inglesi nasce a Magonza, in Germania, in una data imprecisata del IX secolo. Figlia probabilmente di un chierico, di lei non si conosce con certezza nemmeno il nome, ma fin da giovinetta si dimostra estremamente intelligente e avida di conoscenza. Decide quindi di travestirsi da uomo per poter accedere agli studi ecclesiastici. Una volta conseguiti i voti, temendo forse di essere scoperta, abbandona la propria patria e si reca ad Atene dove perfeziona lo studio delle opere classiche e delle sacre scritture divenendo un illustre teologo. Sempre abilmente celata in abiti talari maschili si trasferisce a Roma, dove compie una fulminea carriera ecclesiastica. Scala il vertice della Curia Romana al punto che alla morte di papa Leone IV, nell'855, viene eletta pontefice assumendo il nome di Giovanni VIII. Il suo pontificato dura però poco più di due anni. Rimasta incinta in seguito alla relazione clandestina con il suo cubicolario (il cameriere personale del pontefice), viene colta improvvisamente dalle doglie e partorisce durante una processione nei pressi della Basilica di San Clemente. L'esito è drammatico, la folla inferocita per una tale sacrilego inganno, la trascina per le strade di Roma trucidandola e occultandone la sepoltura. Questa in breve è l'incredibile storia della papessa Giovanna, la cui figura non è mai stata riconosciuta dalla Chiesa di Roma che apparentemente l'avrebbe condannata ad una impenetrabile damnatio memoriae. Non vi è infatti nessun documento ufficiale che possa accertarne la veridicità. Eppure sono numerose e circostanziate le cronache che confermerebbero l'esistenza di un papa rivelatosi donna. La più antica risale addirittura al XI secolo nel "Chronicon" del teologo benedettino Mariano Scoto (1028-1082). Successivamente, l'esistenza della papessa viene testimoniata negli scritti di altri due ecclesiastici benedettini, il francese Sigebert di Gembloux (1030-1112) e l'italiano Goffredo di Viterbo (1120-1191), e del domenicano francese Stefano di Bourbon (1190-1261). Una narrazione molto particolareggiata del pontificato della papessa Giovanna la ritroviamo nel 1255 nella "Chronica Universalis Mettensis" di un altro appartenente all'ordine domenicano, il francese Jean de Mailly. Ancor più dettagliata e per certi versi sconcertante è la cronaca riportata nel 1277 dall'arcivescovo boemo Martino Polono (morto nel 1278), cappellano di numerosi pontefici e storico della Curia di Roma. Nel racconto da egli redatto la papessa è citata con il nome di Giovanni Anglico ed è specificato con precisione persino il tragitto della processione durante la quale è avvenuto il parto e la conseguente lapidazione della donna. Quel particolare tratto di strada compreso tra il Colosseo e il Laterano non fu da allora mai più percorso da un corteo papale. La papessa Giovanna, il cui vero nome è forse Giliberta, è anche menzionata nel "De Claris Mulieribus" di Giovanni Boccaccio e citata ancora nel 1493, nella "Cronaca di Norimberga" di Hartmann Schedel, dove viene presentata come un autentico personaggio storico. Nel Medioevo, in particolar modo nel XIV secolo, il mito della papessa ebbe larghissima diffusione e fu spesso abilmente utilizzato nelle lotte interne alla Chiesa. In epoca rinascimentale, a seguito della Riforma, la leggenda della papessa Giovanna venne strumentalizzata dai pubblicisti protestanti in funzione anticlericale e in aperta polemica nei confronti della corruzione interna alla corte papale. Nonostante questo fu proprio uno storico di fede calvinista, il francese David Blondel (1591-1655) a confutare definitivamente l'elezione di un pontefice rivelatosi donna. Il vero mistero è indubbiamente come sia stato possibile che per secoli l'esistenza della papessa fosse ritenuta per molti cronisti storicamente valida. La spiegazione più plausibile è l'erronea interpretazione degli antichi cerimoniali di investitura dei pontefici che, effettivamente, potevano essere fraintesi come un "accertamento" della virilità del nuovo papa.


In copertina la papessa raffigurata nei tarocchi Visconti-Sforza risalenti al XV secolo. La figura del papa donna tra gli arcani maggiori deriva con molta probabilità dal mito della papessa Giovanna, che ebbe larghissima diffusione per tutto il Medioevo fino alla definitiva confutazione nel XVII secolo. La frase introduttiva a questo post "Petre Pater Patrum Papisse Proditum Parto" era leggendariamente scritta nel luogo dove venne segretamente sepolta la papessa, lungo la via che dal Colosseo conduce alla Basilica del Laterano. Secondo la "Chronica minor" redatta da un anonimo francescano tedesco nel 1260, venne pronunciata dal diavolo in persona, nascosto tra la folla, per smascherare pubblicamente la gravidanza di Giovanna. Nei secoli la leggenda della papessa venne spesso strumentalizzata nel corso delle lotte intestine alla Chiesa, nonché come satira antipapale nei conflitti tra papato e impero.


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