"Ho visto una cosa diabolica questa notte!", esclamò. "Ho visto i morti bere il sangue dei vivi...E il sangue è vita!" Francis Marion Crawford (Cristina)
A partire dal 1325 i sotterranei del Palazzo Pubblico vennero adibiti a prigioni. Da qui i condannati a morte percorrevano a piedi via dei Malcontenti e, una volta attraversata l'antica Porta Giustizia, raggiungevano il famigerato Poggio delle Forche, luogo deputato alle condanne capitali tramite impiccagione. I cadaveri di questi sventurati venivano poi trasportati poco distante, in quella che era soprannominata come "valle della morte", e qui gettati in una fossa comune detta "carnaio degli impiccati". Quest'ultima non è da confondersi con le fosse comuni nelle quali trovavano invece sepoltura i malati deceduti nello Spedale di Santa Maria della Scala. Nel 1800 il "carnaio degli impiccati" venne a lungo ed affannosamente cercato. Si pensava infatti che in questo antico luogo di infamia si celasse il corpo del vampiro che nottetempo infestava le strade contigue a Porta Giustizia. Da tempo, al calare delle tenebre, si erano infatti verificate diverse aggressioni, da parte di un misterioso e imprendibile individuo, le più gravi ai danni di un vetturino, un maniscalco ed una giovane donna che quasi morirono dissanguati per le lesioni inflitte alla gola. Si scatenò una forsennata caccia all'uomo che però dette scarsi risultati. Pare che una notte il misterioso aggressore venne circondato dalla folla ma, nonostante tutto, riuscì misteriosamente a dileguarsi nel nulla. Qualcuno addirittura affermò che, una volta scomparso quell'individuo, si vide improvvisamente svolazzare un pipistrello... Sta di fatto che da quel momento non si verificarono più aggressioni e il vampiro di Siena finì per cadere completamente nell'oblio. Si pensò che costui fosse lo spettro redivivo di un condannato a morte o, addirittura, lo spirito senza pace di Niccolò Tuldo, decapitato sotto gli occhi impietositi di Santa Caterina nel XIV secolo. Oggigiorno, nel luogo dove anticamente vi era il Poggio delle Forche, sorge l'Orto dè Pecci, un angolo agreste in piena città che, nei decenni scorsi, fu il giardino dell'ex ospedale psichiatrico di Siena.
In copertina "Nosferatu" di Bill Sienkiewicz, 1985
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