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Percorsinellignoto

Il vampiro di Piazza Cavagneria, Pavia

Aggiornamento: 27 gen 2021


"Mai avrei immaginato simili rabbia e furore, neppure tra i diavoli dell'inferno. Aveva gli occhi letteralmente fiammeggianti, e la luce rossa in essi era immonda, come se le fiamme dell'abisso ardessero dietro le sue pupille". Bram Stoker (Dracula)


Quella del 4 novembre 1841 è una mattina buia e gelida. Pavia è silenziosamente immersa in una nebbia fittissima. Improvvisamente però un grido di terrore squarcia letteralmente l'aria. E' da poco spuntata l'alba. In piazza Cavagneria, all'angolo dell'attuale via Rezia a pochi passi dal Duomo, viene scoperto il cadavere di una giovane donna assassinata. Il corpo giace a terra in una pozza di sangue, ha la carotide e la giugulare recise di netto. Pochi giorni dopo, la sera dell'8 novembre, una giovanissima operaia di soli tredici anni viene aggredita nella medesima piazza con le stesse modalità riuscendo però miracolosamente a sopravvivere. Con grande difficoltà testimonia di aver visto un'ombra bianca svanire nell'oscurità appena dopo aver subito l'aggressione. A distanza di un anno, nella tarda serata del 28 ottobre 1842, una terza donna, una giovane sarta, viene trovata cadavere, riversa a terra con la gola tagliata, sotto i portici di piazza Cavagneria. Un omicidio efferato, che appare chiaramente legato ai fatti di sangue commessi un anno prima. Il corpo viene casualmente scoperto dall'esperto commissario Ferrari, già incaricato delle indagini sui precedenti delitti, che letteralmente inciampa sul corpo senza vita della donna. Anch'egli ha l'impressione di vedere un'ombra bianca dileguarsi nel buio. Da qui nasce il sospetto che l'omicida possa essere un soldato della guarnigione austriaca stanziata a Pavia, visto il colore candido della giubba. Le indagini di Ferrari si concentrano così su questa pista. Grazie alla collaborazione di un ufficiale asburgico, viene accertato che un reparto era stato trasferito da Pavia verso la fine di novembre del 1841 e reintegrato agli inizi di ottobre dell'anno seguente. Nel corso dell'inchiesta Ferrari scopre inoltre che, incredibilmente, piazza Cavagneria è pressoché identica ad una piazza di Bistrita, in Transilvania. Luogo dove nel secolo precedente fu condannato al rogo l'ultimo dei vampiri, il conte Ferencz. Analizzando attentamente i profili dei soldati austro-ungarici si scopre che tra di essi vi è un certo Ferencz Lajos, originario proprio di Bistrita e ultimo discendente del conte. Il commissario Ferrari ne dispone il pedinamento e, durante una libera uscita, Lajos viene colto sul fatto ed arrestato mentre cerca di uccidere con la propria baionetta l'ennesima vittima. Condannato a morte, il militare confessa un'irresistibile attrazione per il sangue delle proprie vittime, giustificando le sue gesta come un rituale di vendetta nei confronti della morte del proprio avo. Verrà fucilato il 25 ottobre 1843 nel cortile del poligono di tiro dell'esercito imperiale austriaco e sepolto nottetempo in forma anonima nei pressi del vicino cimitero militare. La vicenda è narrata nel romanzo storico di Mino Milani. Pur essendo una narrazione di fantasia, prende spunto da una vicenda reale: la misteriosa esecuzione, a seguito di processo marziale, di un soldato austro-ungarico stanziato a Pavia negli anni '40 del XIX secolo. Frettolosamente fucilato e sepolto anonimamente. A quell'epoca l'Impero d'Austria era uno stato immenso che si estendeva dal Ticino ai Carpazi. Il suo esercito multietnico era stanziato su tutto il territorio e questo ha certamente ispirato l'inventiva dello scrittore. Nel suo romanzo Milani ha sapientemente costruito una trama narrativa che, pur ambientata a Pavia, è incentrata sulla figura di un serial killer ossessionato dalle lugubri leggende balcaniche.


In copertina "Murder in the House", di Jakub Schikaneder, 1890


La terza immagine è il celebre dipinto conservato nel Castello di Ambras, nel Tirolo austriaco. Ritrae il principe Vlad III di Valacchia. Soprannominato Dracula o Tepes ("impalatore" in rumeno) è tutt'oggi tristemente noto per la sua indicibile crudeltà. La figura storica del principe Vlad fu la principale fonte di ispirazione per Bram Stoker nella stesura del capolavoro letterario "Dracula". Nel romanzo il voivoda è descritto come un vampiro, un non morto, tipico delle più lugubri leggende popolari balcaniche.

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