Il mistero della sepoltura di Bartolomeo Colleoni e la leggenda della morte della figlia Medea
- Percorsinellignoto
- 28 lug 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 15 ago 2020
"In vetta al mausoleo, tutt'oro l'arme, il gran Bartolomeo pronto imperar tra le Virtù sue spose. E tu, Bergamo, il suo sepolcro vano chiudi"
Gabriele D'Annunzio
Questo straordinario complesso monumentale venne edificato per volere del celebre condottiero tra il 1472 ed il 1476. L'opera fu commissionata allo scultore e architetto Giovanni Antonio Amadeo, che diede inizio ai lavori in seguito all'abbattimento della sacrestia di Santa Maria Maggiore. Consacrata ai Santi Bartolomeo, Marco e Giovanni Battista, la Cappella Colleoni risulta uno tra i più sbalorditivi capolavori del Rinascimento lombardo. Concepita come sfarzoso mausoleo che celebrasse in eterno la gloria del condottiero bergamasco, ospita al suo interno, riccamente affrescato da Giambattista Tiepolo, la superba Tomba Colleoni, opera dell'Amadeo, formata da due sarcofaghi sovrapposti riccamente ornati da bassorilievi a tematiche bibliche ed evangeliche sormontati dalla statua equestre in legno dorato di Bartolomeo, realizzata nel 1501 da Sisto da Norimberga. Sempre all'interno della Cappella è posto il monumento funebre della figlia Medea, morta giovanissima, autentico capolavoro scultoreo del XV secolo. La statua della ragazzina è adagiata sul sarcofago superbamente adorno di bassorilievi che riproducono una Pietà affiancata dalle araldiche del casato Colleoni. La ragazzina è ritratta in un'espressione dolcissima, come immersa serenamente nel sonno, contribuendo a rendere ancor più struggente il monumento. Nella parte superiore del sepolcro, le statue della Madonna con Bambino tra Santa Chiara e Santa Caterina. Medea, amatissima dal padre, morì improvvisamente di polmonite, a soli quattordici anni, il 6 marzo del 1470. L'anziano capitano di ventura ne rimase letteralmente sconvolto e pare fu quella l'unica occasione in cui fu visto versare una lacrima. Si narra che lo stesso giorno della scomparsa della giovinetta, il cardellino da lei tenuto in una gabbia vicino alla propria stanza come compagno di giochi, si lasciò morire. Bartolomeo, profondamente colpito, diede ordine di imbalsamarlo e riporlo nella tomba della figlia. La ragazzina fu sepolta nella chiesa di Santa Maria della Basella a Urgnano, nella bergamasca. Solo nel 1842 le sue spoglie ed il monumento funebre vennero traslati nella Cappella voluta dal padre. In quell'occasione fu effettivamente trovato un uccellino amorevolmente posto nel sarcofago di Medea. Il volatile, successivamente tolto dalla sepoltura, è oggi conservato all'interno di una campana di vetro custodita nel mausoleo. Per secoli la reale collocazione delle spoglie di Bartolomeo è rimasta un mistero, poiché entrambi i sarcofaghi che ne costituiscono il cenotafio risultavano vuoti. Nel gennaio del 1950, si credette di aver finalmente risolto l'enigma. Durante uno scavo all'interno della Basilica di Santa Maria Maggiore, fu infatti rinvenuta sotto la pavimentazione della chiesa, un'arca di epoca medievale in granito contenente i resti di un nobile stranamente corredato di una spada di legno. Ben presto i facili entusiasmi si spensero e fu chiaro, oltre ogni ragionevole dubbio, che quello scheletro non poteva appartenere a Bartolomeo Colleoni. Il mistero venne finalmente risolto nel novembre del 1960. Nel corso di un'ispezione al sarcofago inferiore del monumento funebre di Bartolomeo, si scoprì l'esistenza di un doppio fondo celato per secoli da uno strato di calcina, a custodia di una cassa di legno. I resti del condottiero, in ottimo stato di conservazione, rividero così la luce. Il defunto si presentava in abiti signorili, munito di spada e del bastone di comando. All'interno della cassa era posta una targa di piombo incisa che lo identificava certificandone il rango. Rimaneva il mistero del sarcofago superiore. Probabilmente nelle intenzioni del condottiero doveva essere destinato all'adorata figlia Medea, una volta completato il mausoleo che ancora oggi lascia stupefatti per l'assoluta magnificenza.
In copertina "Bartolomeo Colleoni visita la tomba della figlia Medea" di Giovanni Beri (1841-1924)
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