"Coloro i quali vengono colti dal morbo, chiamato lupino o canino, escono di notte nel mese di febbraio, imitano in tutto i lupi o i cani, e fino al sorgere del giorno di preferenza scoprono le tombe"
Galeno (Ars Medica)
Addentrandosi nel complesso intreccio di vie maestre e anguste stradine che caratterizzano il centro storico di Siena, che tutt'oggi conserva intatto il suo aspetto medievale e il tempo sembra essersi fermato ad epoche misteriose e leggendarie, ci si può facilmente imbattere nel vicolo degli Orefici. Deve il nome al fatto che durante il Medioevo vi si concentravano numerose botteghe orafe. E' una viuzza molto caratteristica e non molto conosciuta, che per un tratto risulta buia e umida, la luce del sole fatica ad entrare anche in pieno giorno e frettolosamente svanisce prima dell'imbrunire. E' in questo luogo che trae origine una leggenda che risale ai primi anni del XIX secolo. Fu infatti compiuta proprio in questo oscuro vicolo l'uccisione di un avido strozzino da parte di un uomo esasperato dalle continue richieste di denaro. L'omicidio non venne mai risolto e l'assassino riuscì così a sfuggire alla Giustizia. Ma venne colpito da una misteriosa e terribile maledizione che lo condannò all' infelice esistenza nella forma di lupo mannaro. Ad ogni plenilunio si trasformava infatti in un enorme e famelico lupo, costretto a girovagare furiosamente per quel vicolo nel quale la gente terrorizzata non poteva fare altro che rinchiudersi nelle proprie case sbarrandone gli ingressi. Le urla e il terribile ringhio del licantropo laceravano il silenzio delle notti senesi fino a che, misteriosamente, non vennero più udite. Il lupo mannaro di vicolo degli Orefici era fuggito per sempre. E' questa una leggenda che si inserisce pienamente, insieme a molte altre del medesimo genere, nel folklore fantastico della campagna senese ed in particolare della Valdichiana. In questi racconti i "lupi manari" sono spesso uomini devastati da una furia senza ragione apparente, fanno scempio di cadaveri o aggrediscono il bestiame, girovagano disperati per i campi e sembrano vittime di un fuoco che sentono ardere sotto la propria pelle. Racconti che raramente spettacolarizzano la trasformazione uomo-lupo e viceversa, ma si soffermano sulla spaventosa psicopatia che colpisce queste sventurate vittime del "mal di Luna".
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