"E un che d'una scrofa azzurra e grossa segnato avea lo suo sacchetto bianco, mi disse: Che fai tu in questa fossa?" Dante Alighieri (Inferno XVII 64-66)
Consacrata alla Vergine Annunziata, la Cappella degli Scrovegni è in assoluto una delle più alte espressioni dell'arte pittorica europea. Venne edificata sul finire del XIII secolo per volere di Enrico Scrovegni, esponente di una ricchissima e potente famiglia padovana, tradizionalmente per placare le ire della Chiesa nei confronti del padre Rinaldo, noto usuraio che Dante sarcasticamente colloca tra i dannati nel XVII canto dell'Inferno. Pensata come oratorio privato e mausoleo familiare, la cappella è una chiesetta romanico-gotica dall'aspetto esteriore semplice e lineare, situata in prossimità dei resti dell'anfiteatro romano di Padova. Anticamente ad essa era adiacente il palazzo signorile degli Scrovegni, demolito verso la fine del XIX secolo. Gli interni, interamente affrescati da Giotto e dai suoi più stretti collaboratori, rappresentano uno dei tesori più preziosi della pittura di tutti i tempi. In soli due anni, dal 1305 al 1306, Giotto coprì le pareti della cappella con cicli pittorici, divisi in fasce, dedicati alla vita di Maria, ad episodi evangelici ed alle raffigurazioni allegoriche delle Virtù e dei Vizi. L'intera controfacciata è invece occupata da un maestoso Giudizio Universale nel quale, in basso a sinistra, Enrico Scrovegni offre alla Madonna un modellino della chiesa.
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