Il diavolo della collezione Settala, Museo delle Culture, Milano
- Percorsinellignoto
- 7 apr 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 16 gen 2022

"Se il diavolo non esiste, ma l'ha creato l'uomo, l'ha creato a sua immagine e somiglianza". Fedor Dostoevskij
Manfredo Settala (1600-1680), canonico della Basilica di San Nazaro in Brolo a Milano, era proprietario di una Wunderkammer (collezione di meraviglie) tra le più vaste e famose dell'epoca. Ereditò la “galeria” dal padre Ludovico, illustre medico e scienziato, citato dal Manzoni ne “I promessi sposi” come tra i primi a rendersi conto che la “strana malattia” che imperversava nel lecchese era in realtà la peste. Gli oggetti che la componevano erano i più disparati: dai nautili finemente decorati alle zanne di elefante, dalle porcellane pregiate ai coccodrilli imbalsamati, oltre ad un’infinità di raffinate opere d’arte, curiosità esotiche e strumenti scientifici. Ma, sicuramente, il pezzo di maggiore effetto del “Musaeum septalianum” era un automa dalle fattezze diaboliche forse progettato e realizzato dallo stesso Manfredo. Animato da un complesso meccanismo a carica, era in grado di muoversi, ruotare la testa e gli occhi, aprire e chiudere la bocca emettendo suoni innaturali mostrando la lingua. Un'attrazione decisamente curiosa e sconcertante al tempo stesso per i meravigliati spettatori, considerando l'epoca in cui venne realizzato. Una dettagliata descrizione del funzionamento dell’automa ci è pervenuta da una lettera del 1739, dello scrittore e magistrato francese Charles de Brosses, contenuta nel diario epistolare del suo viaggio in Italia. Nella missiva l’autore testimonia inoltre l’autentico terrore che il diavolo meccanico incuteva soprattutto nei confronti delle dame e dei visitatori più impressionabili. Da notare che l'automa, interamente in legno, ha il busto derivato da una statua lignea cinquecentesca molto probabilmente appartenuta ad un Cristo alla Colonna. Dalle descrizioni d’epoca risultano mancanti le corna, il collare, i baffi e la barba a pizzetto. Il diavolo di Settala, precedentemente conservato al museo del Castello Sforzesco, è ora esposto al MUDEC (Museo delle Culture) sempre a Milano. Ciò che rimane della collezione Settala, saccheggiata dai soldati napoleonici e parzialmente distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, è oggi custodita presso la Pinacoteca Ambrosiana.
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