"Questo giovane cavaliere era tanto dolce e amabile (…) e tutti lodavano Iddio per aver mandato loro un signore tanto nobile e bello e ne erano tutti felici e consolati"
Pierre de Provence et la Belle Maguelonne
Drugo o Drugone Merlotto, vissuto nel XIV secolo, fu un valoroso cavaliere al servizio di re Carlo II d'Angiò. Signore di diversi feudi, nacque da Carlo d'Alemagna e dalla nobildonna Isabella d'Alneto, d'Aulnay in francese. Merlotto era infatti l'adattamento italiano dell'antico nome germanico della famiglia di origine francese d'Alemagna. Drugo morì il 5 dicembre del 1339 come risulta chiaramente dall'epigrafe presente nel sontuoso monumento funebre a lui dedicato, posto nella seconda cappella di sinistra della chiesa di Santa Chiara, nota come Cappella dei Miracoli Antoniani. La statua del cavaliere, distesa sul sarcofago in vesti militari, lo ritrae di bell'aspetto, con i lineamenti del volto particolarmente delicati. Ne risulta l'immagine di un bellissimo cavaliere che pare profondamente immerso nel sonno. Di particolare interesse il vistoso ottonario che campeggia sul davanti della veste cavalleresca ma che non rientra nell'araldica del casato. Conosciuto anche come doppio quaternario, è una figura geometrica composta dalla sovrapposizione di due quadrati che si intersecano, di cui uno ruotato di 45 gradi rispetto all'altro. Ne risulta una stella a otto punte il cui simbolismo è un chiaro richiamo all'ottagono. In quanto figura perfettamente intermedia tra il quadrato, simbolo della dimensione materiale, ed il cerchio, simboleggiante il cielo e la perfezione del divino, l'ottagono era nella simbologia cristiana solitamente associato al Battesimo, in quanto primo e fondamentale momento di incontro tra la natura terrena dell'uomo e l'essenza spirituale di Dio. Ne è l'evidente riprova la forma solitamente ottagonale dei battisteri. Sempre nell'ambito della geometria sacra di ispirazione cristiana, tanto l'ottagono che l'ottonario esprimevano il concetto di eternità e di Resurrezione. Secondo la teologia cristiana, Cristo era infatti risorto l'ottavo giorno "octava dies" per portare la Salvezza all'umanità che in lui credeva. Entrambe le figure geometriche sono alla base della composizione della Croce delle Otto Beatitudini, emblema all'origine della croce patente dei Cavalieri Templari e della croce biforcata dei Cavalieri dell'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, in seguito Ordine dei Cavalieri di Malta, nel quale il casato dei Merlotto d'Alemagna fu ricevuto fin dal 1325. Il sarcofago è posto sulla parete di sinistra della cappella, poggiante su due colonne lisce e ornato di bassorilievi che disegnano cinque stemmi identici del casato d'Alemagna all'interno di ottagoni. Alle spalle del milite sono presenti altri minuziosi bassorilievi che raffigurano, all'interno di eleganti losanghe quadrilobate, San Francesco d'Assisi, il Redentore e San Ludovico d'Angiò. Nella sommità del monumento le statue della Madonna con il Bambino, affiancata da due Santi, e Drugo Merlotto inginocchiato al suo cospetto.
Il cavaliere, disteso sul sarcofago, è ritratto con lineamenti particolarmente delicati. All'altezza del petto spicca il vistoso ottonario ricamato nella sontuosa veste indossata sopra l'usbergo, la tradizionale cotta in maglia metallica tipica dei militi medievali. L'ottonario non compare nell'araldica del casato Merlotto d'Alemagna e perciò la presenza come elemento decorativo della veste cavalleresca del defunto è di difficile interpretazione. Forse un richiamo alla Croce delle Otto Beatitudini, emblema all'origine della croce dei Cavalieri di Malta, ma anche dei Templari, di cui l'ottonario è base geometrica.
Il monumento funebre di Drugo Merlotto si trova nella Cappella dei Miracoli Antoniani. Fu realizzato su commissione del figlio Carlo. L'autore è ignoto, ma si suppone possa trattarsi del Maestro Durazzesco, ossia l'anonimo autore del monumento funebre di Maria di Durazzo situato nel lato sinistro del presbiterio. Un'altra ipotesi vorrebbe come scultore un allievo di Tino di Camaino che realizzò, sempre in Santa Chiara, i sontuosi sepolcri di Carlo di Calabria e Maria di Valois. All'interno della cappella, oltre al sarcofago di Drugo, sono presenti il monumento funebre del figlio Nicola Merlotto (morto nel 1350) e la lapide funebre della madre Isabella d'Alneto (morta nel 1341).
L'edificazione dell'austera facciata di Santa Chiara ebbe inizio nel 1310 per volontà di re Roberto d'Angiò e di sua moglie Sancia di Maiorca. Ne risultò una cittadella francescana nel cuore della capitale partenopea. Il complesso comprendeva la chiesa di Santa Chiara, e due conventi, uno femminile per le clarisse e uno maschile per i frati minori francescani.
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