"A vizio di lussuria fu sì rotta, che libito fé licito in sua legge, per tòrre il biasmo in che era condotta".
Dante Alighieri (Inferno V 55-57)
Ormai completamente assorbita dal tessuto urbano della metropoli milanese, questa villa rinascimentale fu nei secoli passati un luogo ameno, immerso in una grande tenuta fuori dalle mura cittadine. Venne edificata all'inizio del XVI secolo per volontà di Gualtiero Bascapè, cancelliere di Ludovico il Moro. Nel 1547 fu acquistata da Ferrante Gonzaga, governatore di Milano, che la ampliò ulteriormente rendendola una lussuosa e invidiata villa di svago e riposo. Nel 1555 passò in proprietà alla famiglia patrizia dei Simonetta, da cui ancora oggi trae il nome, divenendo residenza della giovane vedova Clelia, figlia di uno degli esponenti di questo nobile casato. Allontanata da Milano per i continui scandali, Clelia trovò in questa stupenda dimora il luogo ideale per dare sfogo ai propri vizi sfrenati. E infatti fu un susseguirsi di feste sfarzose e orgiastiche. Ma, pare che i lussuriosi capricci della spregiudicata nobildonna andarono ben oltre e undici giovanotti, tra i numerosissimi partecipanti ai festini da lei organizzati, non fecero più ritorno alle proprie case, svanendo nel nulla. Anche di Clelia si perse improvvisamente ogni traccia alimentando così il sospetto che facesse strangolare i propri amanti. Ma circolarono anche altre voci, che volevano la nobildonna dedita a pratiche occulte. Si arrivò persino a sospettare che nei sotterranei dell'edificio effettuasse misteriosi esperimenti con corpi umani. Nel XIX secolo la villa diventò il ritrovo e lo scenario di feste sfrenate e violente della cosiddetta "Compagnia della teppa", un gruppo di giovani nobili milanesi dediti a gesta sfrontatamente goliardiche, per non dire criminali, e al più sfrenato libertinaggio. A seguito di un festino finito male, i giovani "teppisti" vennero arrestati e la loro "compagnia" sciolta per sempre. A partire dal 1836, anno in cui venne adibita a ospizio per malati di colera, iniziò il declino inarrestabile di Villa Simonetta. Venne definitivamente recuperata solo nel secolo scorso e oggi ospita la Civica Scuola di Musica "Claudio Abbado". La villa era famosa per lo straordinario eco che si produceva sotto il porticato del piano terra permettendo il ripetersi di un suono almeno quaranta volte! Secondo leggenda in questo luogo si aggirano tutt'ora gli spettri inquieti di Clelia e dei suoi sventurati amanti qui imprigionati per l'eternità.
In copertina "Scherzo" di Franz von Stuck, 1909
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