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Duomo di Lucca


"Non sono né vivo né sano, né morto né malato; allora soltanto comincerò a vivere e a star bene, quando troverò l'uscita di questo labirinto. A tal fine tutto son rivolto, a questo solo mi adopro". Francesco Petrarca


Consacrato a San Martino, fu edificato secondo tradizione da San Frediano, vescovo di Lucca di origini irlandesi, nella seconda metà del VI secolo. La sua collocazione risultava decentrata rispetto al centro storico individuato nel Foro di epoca romana e secondaria in riferimento alla Chiesa dei Santi Giovanni e Reparata all’epoca cattedrale e sede vescovile. Fu nel corso dell’VIII secolo che la Chiesa di San Martino assunse il ruolo definitivo di Duomo di Lucca divenendo nei secoli successivi tappa fondamentale della Via Francigena. A partire dal IX secolo ci furono i primi rimaneggiamenti dell’edificio originale che a partire dal 1060 venne ricostruito. La cerimonia di consacrazione solenne del Duomo si svolse nel 1070, officiata dal vescovo cittadino Anselmo da Baggio, all’epoca già pontefice con il nome di Alessandro II, alla presenza della contessa Matilde di Canossa. La splendida facciata è un superbo esempio di Romanico lucchese nel quale si fondono elementi bizantini e gotici. Ispirata a quella del Duomo di Pisa è il risultato di un rifacimento del 1204 ad opera di Guidetto da Como, che la rivestì di marmi bianchi e neri ornandola di colonnine di differente foggia: lisce, tortili, a rilievi e a tasselli marmorei. Di grande pregio i bassorilievi del martirio di San Regolo, il ciclo dei mesi e le storie di San Martino. Spicca inoltre la statua equestre di San Martino che condivide il proprio mantello con un mendicante. Sul pilastro a ridosso del campanile è scolpito il misterioso e celebre labirinto, la cui simbologia è legata al tema del pellegrinaggio ma che in questo caso si richiama esplicitamente alla mitologia greca. Databile tra il XII ed il XIII secolo è affiancato da un'iscrizione latina che recita HIC QUEM/CRETICUS/EDIT DEDA-/LUS EST/LABERINT/HUS DEQ(U)-/O NULLU-/S VADER-/E QUIVIT/QUI FUIT/INTUS/NI THESE-/US GRAT-/IS ADRIAN-/E STAMI-/NE IUTUS traducibile con "questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno che vi entrò poté uscire eccetto Teseo aiutato dal filo di Arianna". La facciata è inoltre caratterizzata da una particolarissima asimmetria unica nel suo genere. L’arcata di destra delle tre che aprono al portico è più stretta delle altre, molto probabilmente per la presenza di una preesistente torre campanaria. L’attuale campanile, terminato nel XIII secolo, sorge anch’esso a destra della chiesa e termina con merli che lo coronano come una torre. L’interno del Duomo venne rifatto in stile gotico tra il XIV ed il XV secolo, conserva opere d’arte inestimabili realizzate dai migliori pittori e scultori dell’epoca; dipinti del Tintoretto, del Giambologna, di Domenico Ghirlandaio, di Federico Zuccari e opere marmoree di Matteo Civitali. Di grandissimo interesse inoltre il Volto Santo (Santa Croce) antichissimo crocifisso ligneo che secondo leggenda fu scolpito da San Nicodemo (membro del Sinedrio e discepolo di Cristo), custodito all’interno di un tempietto in stile rinascimentale opera di Matteo Civitali (1484). Nella sacrestia del Duomo si può ammirare il meraviglioso Monumento Funebre di Ilaria del Carretto, capolavoro di Jacopo della Quercia (1374-1483).

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