"Il monaco solitario è l'uomo separato da tutti, e unito a tutti" Evagrio Pontico Solitaria, imponente, slanciata verso il cielo, la chiesa si erge su uno sperone roccioso appena oltre il lato occidentale del centro storico di Offida. La sua mole domina le vallate circostanti come un'austera sentinella della Fede sullo sfondo di un panorama mozzafiato. Anticamente in questo luogo erano presenti una fortezza longobarda con annessa una piccola chiesa. Nell'anno 1039, il feudatario del terreno e dei vasti possedimenti circostanti, un certo Longino d'Azone, nobile di origine franco-germanica, fece dono dei propri beni all'Abbazia di Farfa. Nel 1047 la roccaforte e la chiesa entrarono definitivamente in possesso dei monaci benedettini. Nel 1330, su progetto del Maestro Albertino, gli edifici vennero demoliti per favorire la costruzione di un monastero e una nuova chiesa abbaziale di maggiori dimensioni. Ne risultò la maestosa struttura romanico-gotica in cotto che ancora oggi possiamo ammirare. L'antica chiesuola venne inglobata all'interno della nuova, creando dei corridoi laterali, ancora oggi visibili nella cripta, uno dei quali utilizzato come cimitero durante la pestilenza che infuriò in queste valli nel 1511. Nell'imponente complesso architettonico a tre absidi, sempre in cotto ripartito da lesene, si apre l'elegante portale gotico in travertino (XIV secolo), scolpito con fregi floreali e draghi, che dà accesso alla cripta. All'interno di essa, nelle pareti absidali, sono presenti pregevoli affreschi di influsso giottesco attribuiti all'anonimo Maestro di Offida, risalenti al XIV-XV secolo. Raffigurano cicli della vita di Santa Caterina d'Alessandria, Santa Lucia e diversi altri episodi di Santi e Vergini in trono seguendo fedelmente la tradizione agiografica narrata nella Leggenda Aurea. Sempre nella cripta, che si estende sotto tutta la superficie della chiesa, si possono apprezzare altri affreschi del XIV secolo attribuiti ad Andrea da Bologna o alla sua scuola. Sull'altare della cappella absidale di sinistra è poggiato un lastrone di arenaria percorso da un canaletto. Si suppone che la pietra possa provenire da un antichissimo tempio pagano e che il canaletto servisse a far defluire nella coppa del sacerdote il sangue della vittima sacrificale. Percorrendo la cripta si raggiungono infine tre gradini in laterizio che immettono in quella che era la chiesa originaria. La struttura è sorretta da colonne anch'esse in materiale laterizio tranne una realizzata in travertino. Attraverso una scala a chiocciola, si accede quindi alla chiesa superiore. La struttura è a croce latina a navata unica. Al suo interno altre opere del Maestro di Offida. Di grande rilievo gli affreschi nel catino absidale; raffigurano profeti, angeli musicanti e Sante Vergini, realizzati dal Maestro Ugolino di Vanne da Milano nel XV secolo. La semplice facciata a capanna in cotto è rivolta verso il dirupo anziché al centro abitato. La chiesa risulta pertanto misteriosamente "rovesciata" rispetto ai fedeli ed ai visitatori provenienti dal borgo. L'attiguo monastero benedettino venne definitivamente demolito sul finire del XVIII secolo.
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Cripta della Chiesa di Santa Maria della Rocca, Offida (AP)
Aggiornamento: 4 lug 2021
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