"Ora è nella notte il momento delle streghe, quando i cimiteri sbadigliano e l'inferno stesso alita il contagio su questo mondo". William Shakespeare
Dall'aspetto decisamente spettrale e ormai totalmente inghiottito dalla vegetazione, è situato a poche centinaia di metri dal Principato di Lucedio (odierno erede dell'omonimo complesso abbaziale). Sembrerebbe risalire al XVI o XVII secolo, ma la datazione precisa di questo antico cimitero è comunque incerta. Versa in totale stato di abbandono da ormai diversi decenni, le ultime sepolture risalirebbero infatti ai primi anni sessanta del secolo scorso. Questo luogo è da sempre al centro di lugubri leggende. La più celebre è quella che lo vedrebbe come scenario, nel 1684, di un sabba satanico. I demoni evocati si impadronirono delle novizie di un vicino convento che, a loro volta, trascinarono i monaci di Lucedio nella depravazione più estrema. La realtà storica ci dice che comunque, un secolo dopo, Papa Pio VI ordinò la sconsacrazione o meglio la secolarizzazione dell'abbazia i cui monaci vennero trasferiti altrove e, in parte, laicizzati. La chiesetta interna al cimitero, ormai totalmente fatiscente, presenta uno stile tardo gotico che ne confermerebbe l'edificazione tra la fine del 1500 e l'inizio del 1600. Le poche lapidi ancora presenti in questo camposanto sono state oggetto di scempio da parte dei vandali e sono per lo più illeggibili e ridotte in pezzi. Molto commoventi le due tarche marmoree poste all'esterno della chiesa dedicate alla memoria di due gemelline morte a soli quindici anni di età nel lontano 1868.
In copertina "Streghe al sabba" di Luis Ricardo Falero, 1878
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