Basilica di Sant'Eustorgio Milano
- Percorsinellignoto
- 27 lug 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 15 feb 2020
"La rivelazione è antica come l'umanità cosciente: prodotto dell'ispirazione, risale alla notte dei tempi".
Edouard Schuré

E' una delle più antiche chiese milanesi. Venne infatti edificata, a partire dal 344, per volere di Eustorgio vescovo di Milano. Secondo tradizione egli trasportò personalmente, su di un carro trainato da buoi, le spoglie dei Re Magi, donatigli dall'Imperatore durante una visita pastorale alla corte di Costantinopoli. Giunto alle porte di Milano, dopo un viaggio interminabile, le ruote del carro sprofondarono nel fango e non fu più possibile rimuoverle. Eustorgio interpretò questo avvenimento come un segno del fato e decise che, in quel preciso luogo, si sarebbe dovuta costruire una chiesa consacrata ai Santi Re Magi, l'odierna Basilica di Sant'Eustorgio. In essa sono tuttora conservate al suo interno le reliquie dei Magi, originariamente custodite in un imponente ma rozzo sarcofago di pietra che reca incisa l'inequivocabile epigrafe "Sepulcrum Trium Magorum". La Basilica divenne nel XIII secolo la sede principale dell'Ordine domenicano e pertanto fu sede, fin dal 1234, del tribunale della Santa Inquisizione. Nell'omonima piazza, dove anticamente venivano anche eseguite le condanne capitali di streghe ed eretici per mezzo del rogo, è posta in cima ad una colonna la statua di S.Pietro Martire, detto anche Pietro da Verona (figura di primissimo piano dell'Inquisizione milanese), rappresentato con il cranio squarciato da una spada (venne infatti così ucciso in un agguato nei pressi di Barlassina, per mano di un gruppo di eretici). La basilica offre inoltre la straordinaria bellezza della Cappella Portinari, realizzata tra il 1462 ed il 1468 per volere del conte e banchiere fiorentino Pigello Portinari. Considerata uno dei più mirabili esempi di arte rinascimentale lombarda, conserva al suo interno, oltre alla monumentale arca funebre dedicata a Pietro da Verona, i meravigliosi affreschi quattrocenteschi di Vincenzo Foppa. Tali affreschi raccontano alcuni episodi della vita di S.Pietro Martire. Tra questi, senza dubbio, il più eclatante è quello relativo al Miracolo della falsa Madonna. Il santo è infatti raffigurato nell'atto di scacciare il demonio che, subdolamente, si era celato dietro le fattezze di una Madonna con Bambino. Una sconcertante allegoria del'ambiguità del male.
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